Cgil e Uil scendono in piazza per lo sciopero contro la legge di bilancio

Cgil e Uil scendono in piazza per lo sciopero contro la legge di bilancio

Il maltempo non ferma la protesta. Diverse centinaia di persone hanno infatti preso parte alla manifestazione che si è svolta venerdì 16 mattina nel centro storico di Lucca, in concomitanza con lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil contro la legge di bilancio del governo Meloni.

Sciopero che, secondo i primi dati, avrebbe visto l’adesione di una percentuale compresa tra il 60% e il 70% dei lavoratori della provincia di Lucca, con picchi ancora più alti in alcune realtà.

A Lucca il corteo ha dunque iniziato la sua marcia da Piazza Santa Maria, passando per Via Fillungo per poi giungere Piazza San Michele, dove, sotto la pioggia battente, lavoratori e rappresentanti del sindacato, tra cui Rossano Rossi della Cgil Lucca e Giacomo Saisi della Uilm Nord Toscana, hanno riscaldato gli animi avvicendandosi negli interventi che hanno argomentato le ragioni della contestazione.

La manovra finanziaria ha infatti, secondo i sindacati, una natura profondamente iniqua, che porterebbe l’impronta dell’azione politica lontana dai bisogni reali del Paese.

A partire dalla questione salariale, che invece il governo non vuole affrontare, non prevedendo nessuna ulteriore riduzione del cuneo fiscale per dipendenti e pensionati. Criticati anche i provvedimenti che sembrano aver dimenticato questi cittadini in favore dei lavoratori autonomi.

Non meno importante lo stanziamento di fondi insufficienti per settori chiave, come scuola, trasporti e sanità, per cui circa tre quarti del budget stanziato dal governo Meloni verranno utilizzati per coprire l’aumento dei costi dell’energia per le strutture sanitarie.

È inoltre ritenuto incomprensibile l’attacco portato avanti ai danni del reddito di cittadinanza, che in questo periodo difficile è spesso stato il mezzo di sussistenza minima per famiglie in difficoltà. La sua condanna, in quanto spreco per le casse pubbliche, stride infatti fortemente con manovre come l’innalzamento del tetto del contante e della spesa minima per l’uso del POS. Manovre additate anche dall’UE per la loro pericolosità nel favoreggiamento dell’evasione fiscale.

A questa manovra il sindacato propone alternative che cerchino di ridurre le disuguaglianze sociali stratificatesi negli anni, e che stanno aumentando ancor più rapidamente in questo momento storico complicato.

Partendo da una fiscalità equa, basata sul principio costituzionale della progressività in base al reddito e sulla lotta all’evasione, e dalla garanzia dei diritti universali, ottenibile solo attraverso un giusto finanziamento dei servizi pubblici. Vi è poi la questione dell’aumento dei salari attraverso la decontribuzione dei redditi più bassi, e una legislazione sul pensionamento rispettosa del mondo del lavoro ed attenta alla sua evoluzione. Vanno inoltre combattuti il precariato, che aumenterà in seguito all’allargamento della possibilità di utilizzo dei voucher, e l’emergenza climatica, che necessita di un piano di transizione ecologica graduale, strutturale e correttamente finanziato.

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