DDL Sicurezza, la Cgil scende in piazza: “provvedimento mal pensato che criminalizza il conflitto sociale”

DDL Sicurezza, la Cgil scende in piazza: “provvedimento mal pensato che criminalizza il conflitto sociale”

Anche a Lucca, come in molte altre città d’Italia, si è svolto nel pomeriggio di mercoledì 25 settembre un presidio organizzato dalla CGIL Lucca per manifestare contro il DDL Sicurezza. Sindacato, lavoratori e numerosi rappresentanti di varie associazioni si sono quindi riuniti in piazza Napoleone per affermare il proprio dissenso nei confronti di un disegno di legge che sembra avere ben poco a che fare con la sicurezza del Paese e dei suoi cittadini, ma che va invece a minarne alcune libertà fondamentali e propone un approccio punitivo, ma non preventivo, in materia di sicurezza. Una rappresentativa della segreteria provinciale della CGIL è stata quindi ricevuta dal prefetto vicario per esporgli i propri timori in merito. 

La preoccupazione della CGIL su questo decreto, pregno di populismo e propaganda, riguarda in primo luogo la restrizione degli spazi per la protesta pacifica e il dissenso. Al suo interno vengono infatti non solo inasprite le pene, ma anche introdotte nuove ipotesi di reato relative a manifestazioni, occupazioni e non solo. Viene così criminalizzato il conflitto sociale, che dovrebbe invece rappresentare un elemento insostituibile di una democrazia. 

Ne è un esempio l’introduzione del reato di rivolta in carcere, superfluo poiché punisce reati già contemplati dalle leggi preesistenti, ed applicabile non solo nei casi di violenza, ma per qualsiasi forma di protesta. 

Giudichiamo inoltre inaccettabile l’ipotesi di non obbligatorietà di differimento della pena per le donne in gravidanza o con figli di meno di un anno, che non porta alcun miglioramento sul piano della sicurezza, ma complica ulteriormente delle situazioni familiari già difficili sotto numerosi punti di vista.  

Al contempo, vengono in parte aboliti i reati contro la pubblica amministrazione, spesso indicatori di infiltrazioni della criminalità organizzata, mentre si inaspriscono le punizioni per reati spesso figli di contesti di estrema difficoltà sociale ed economica. 

E anche la questione della tutela del personale delle forze di polizia si ammanta di propaganda, visto che non ne vengono toccati i veri problemi strutturali: contratti collettivi scaduti e carenza di risorse e di personale ormai cronica. 

Impossibile infine non notare un’ombra di razzismo dietro alla decisione di vincolare l’acquisto di una SIM al possesso del permesso di soggiorno, andando così a penalizzare ulteriormente gli immigrati irregolari, che sono per antonomasia persone in un grave stato di difficoltà. 

Per quanto ci riguarda, la difesa della Costituzione significa mettere al centro i diritti di tutti: persone libere e persone private della libertà, e soprattutto di coloro che più necessitano di supporto e sostegno. Non è con pene sempre più severe che si risponde al bisogno di sicurezza, inclusione e giustizia sociale.  

Per questo motivo la Cgil si è mobilitata, e continuerà a mobilitarsi, chiedendo l’abrogazione del DDL Sicurezza. 

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