Fillea Cgil, il sindacato entra nel consiglio direttivo degli enti parco per rappresentarne i lavoratori

Fillea Cgil, il sindacato entra nel consiglio direttivo degli enti parco per rappresentarne i lavoratori

Accogliamo con favore la decisione della IV commissione ambiente del consiglio regionale della Toscana di integrare la composizione del consiglio direttivo degli enti parco regionali, su proposta della giunta regionale, con un rappresentante delle organizzazioni sindacali di lavoratori maggiormente rappresentative nel territorio del parco, per portare le istanze del mondo del lavoro all’interno dell’organo di amministrazione del parco regionale. 

Il consiglio direttivo risultava infatti composto dal presidente del parco e da sette membri nominati dal consiglio regionale, tra i quali anche un membro designato dalle associazioni ambientaliste e un membro designato dalle associazioni di categoria delle attività produttive maggiormente diffuse sul territorio. 

Ci dispiace che FDI e Lega non siano stati favorevoli alla proposta, non volendo dar voce all’interno degli enti parco, proprio ai lavoratori, tramite un loro rappresentante. 

Nel caso specifico dell’ente parco che insiste nelle aree estrattive, qualora il componente di parte sindacale designato fosse della CGIL, porterà le posizioni più volte ribadite che non vanno nella direzione della chiusura delle cave. 

Cgil e Fillea hanno dato sempre il loro contributo affinché il marmo, bene non riproducibile, possa essere patrimonio naturale che generi ricchezza in termini di buona occupazione, investimenti, riqualificazione ambientale e sviluppo territoriale anche attraverso l’applicazione della L.R. 35/2015 Legge necessaria a tutelare ed incrementare l’occupazione del settore e redistribuire ricchezza alle Comunità locali. 

Ribadiamo la posizione già espressa più volte. Siamo convinti che si debba investire sulla creazione di una filiera degna di questo nome, capace di creare occupazione al piano, non solo nel territorio della provincia di Lucca, indubbiamente avanti nello sviluppo della filiera, ma anche in quello di Massa Carrara e si debba iniziare a completare il ciclo produttivo sul territorio garantendo l'approvvigionamento del materiale locale alle aziende della trasformazione che altrimenti si troverebbero nella condizione di cercarlo altrove o di pagarlo a cifre eccessive. Questi, tra l’altro, sono i requisiti indispensabili con i quali sono state firmate le convenzioni che hanno permesso, a Carrara, a tutte le aziende, di evitare il ricorso alle gare europee e godere così di ulteriori 25 anni di periodo transitorio. 

Riteniamo necessario anche riconsiderare il rapporto addetti-escavazione e auspichiamo una immediata approvazione di un sistema di tracciabilità capace di fotografare in tutta la sua filiera produttiva il percorso del materiale estratto. 

Questo passaggio è indispensabile per rendere effettivamente misurabile la quota di materiale lavorato in loco. Auspichiamo che strumenti terzi di misurazione vengano adottati da parte di tutti gli enti, così come si appresta a fare il comune di Carrara, uscendo quanto prima dal sistema di autocertificazione. 

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