13 Nov La Cgil Lucca fa il punto sulle criticità del sistema sanitario locale, in vista dello sciopero del 29 novembre
In vista dello sciopero del 29 novembre, la Cgil Lucca ritiene importante fare il punto di come le ragioni di questa mobilitazione a livello nazionale si riflettano chiaramente anche sul nostro territorio. La dichiarazione dello sciopero è infatti arrivata dopo la pubblicazione della bozza della prossima manovra finanziaria, nella quale non vengono stanziate le risorse necessarie per interventi che avrebbero dovuto essere prioritari. Le richieste di Cgil e Uil riguardano infatti lo stanziamento di risorse per adeguare stipendi e pensioni all’aumento del costo della vita sperimentato negli ultimi anni, per mettere in atto politiche industriali di ampio respiro e per potenziare, o quantomeno mantenere l’efficienza, dei servizi pubblici, come istruzione, mobilità e sanità.
Proprio l’ambito sanitario, piagato da una carenza ormai cronica di personale e risorse, rappresenta uno dei più critici in assoluto anche nella nostra provincia, a causa di anni di finanziamenti insufficienti da parte del governo. Può pertanto essere utile riepilogare le maggiori criticità riscontrate dai vari presidi ospedalieri della provincia di Lucca.
Un primo esempio lo fornisce l’ospedale Versilia, a cui la regione ha fornito un avanzatissimo robot chirurgico “Da Vinci”, in grado di eseguire interventi urologici endoscopici, individuando quindi il Versilia come polo di rilievo nella sua vocazione chirurgica. Peccato che al potenziamento strumentale non si sia accompagnato un potenziamento del personale. Per questo motivo, il numero di operazioni svolte non è variato nonostante l’arrivo di “Da Vinci”, che però ha portato un aumento delle richieste per operarsi in questo nosocomio. Oltre a questo, è denunciato ormai da tempo il sottofinanziamento dell’unità infermieristica domiciliare (Adi). I pochi infermieri a domicilio si trovano infatti a doversi spostare con pochi, vecchi e spesso malfunzionanti mezzi, limitando così la loro presenza sul territorio.
Al San Luca di Lucca, invece, stiamo assistendo ormai da tempo a costanti riorganizzazioni del personale, in modo da mantenere in funzione i servizi senza che vengano fatte nuove assunzioni per coprire i pensionati e i pensionandi. Il risultato è quello che abbiamo potuto vedere con il taglio degli Oss del reparto di terapia intensiva: viene preso il personale da un reparto funzionante per tappare un buco in un altro reparto. Ma, così facendo, si aprono nuovi buchi laddove non vi erano, così come non si può evitare il disagio per il personale, costantemente costretto ad adattarsi alle nuove richieste della Usl.
I problemi raggiungono poi dimensioni ancor più spaventose nella Valle del Serchio, dove la carenza di personale e di risorse raggiunge dimensioni ancora più gravi per via della sua natura di area montana. Inoltre, a causa della conformazione morfologica del territorio, i servizi socio sanitari non sono egualmente accessibili per tutti, e i tempi di percorrenza per raggiungere uno degli ospedali di Barga o Castelnuovo possono essere molto lunghi. Bisogna poi considerare anche che non tutti i servizi di cui si potrebbe avere bisogno sono disponibili nei presidi ospedalieri della zona, e che spesso gli abitanti della Valle del Serchio sono costretti a spostarsi almeno fino a Lucca, se non più lontano, per trovare le risposte alle proprie necessità socio sanitarie.
Tutto questo sta succedendo mentre negli ospedali i lavoratori attendono ormai da tre anni il rinnovo del loro contratto collettivo, scaduto dal 2022, che non viene nemmeno applicato a tutti i lavoratori degli ospedali. Ai lavoratori di servizi in appalto, come possono essere le pulizie, vengono infatti applicate altre forme contrattuali meno remunerative, che fanno così gravare sui lavoratori stessi i risparmi sul costo del lavoro che la Usl deve così disperatamente rincorrere, sempre a causa della carenza di fondi dal governo statale.
Lo sciopero del 29 novembre diventa quindi una data chiave per dimostrare il dissenso contro un’altra legge di bilancio che propone per il nostro Paese priorità diverse da quelle sentite dalla sua popolazione.