La FILCAMS-CGIL Lucca risponde all’ amministratore delegato della AV Service di Massarosa.

La FILCAMS-CGIL Lucca risponde all’ amministratore delegato della AV Service di Massarosa.

La Filcams Cgil Lucca ritiene doveroso rispondere alle parole di Alessandro Verdigi, amministratore delegato della AV Service di Massarosa, apparse mercoledì 3 agosto su un quotidiano locale.

Nell’articolo, in cui il dirigente dell’importante azienda si appella ai lettori cercando 15 lavoratori da assumere come magazzinieri, oltre ad un numero imprecisato di persone da assumere in ambito amministrativo, vi sono infatti dichiarazioni che sembrano in contrasto con i diritti dei lavoratori.

Le più discutibili sono quelle relative alla retribuzione destinata ai magazzinieri durante il periodo di prova, da ritenersi irrisoria. Si prospettano infatti per i nuovi assunti tre mesi di lavoro a 500 euro al mese, e altri tre a 800 euro al mese, con questo scatto salariale che viene elogiato da Verdigi per la sua rapidità. Per chi non lo sapesse però, tutti i contratti collettivi nazionali di lavoro prevedono un periodo di prova, che presenta come unica differenza la possibilità per entrambe le parti di rescindere dal rapporto lavorativo senza preavviso. Non vi dovrebbe essere quindi alcuna differenza salariale tra un lavoratore neoassunto ed uno già inserito nell’azienda.

Viene dunque da pensare che il termine “prova” sia utilizzato in modo improprio per indicare contratti a tempo determinato utilizzati per valutare l’idoneità dei neoassunti. Ma, nonostante ciò, il contratto dovrebbe comunque prevedere un livello di retribuzione analogo a quello dei lavoratori già in forza all’azienda. Questo dovrebbe suscitare dei dubbi sulla legittimità di un contratto che, a conti fatti, sembra prospettare mezzo anno di lavoro con uno stipendio da fame, e una paga oraria decisamente inferiore a quella del CCNL di riferimento sottoscritto dai sindacati maggiormente rappresentativi. Il fatto che non venga poi specificata la paga mensile dopo la stabilizzazione del rapporto di lavoro non fa che alimentare dubbi in merito al contratto nazionale utilizzato dall’impresa. Sapendo che l’azienda applicava un cosiddetto “contratto pirata” almeno fino al periodo della pandemia, ci chiediamo se questo continui ad essere utilizzato e a quali condizioni per i lavoratori.

La questione entra anche in conflitto con il dibattito che sta animando politica e opinione pubblica sul salario minimo, in quanto le somme proposte da AV Service sarebbero al di sotto di tale soglia, a differenza del CCNL di riferimento sottoscritto da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. Infatti, mentre si discute dell’allargamento di un minimo da 9 euro l’ora, sentiamo proporre contratti di prova che, se fossero stipulati per lo stesso orario, pagherebbero circa due terzi della retribuzione minima. Paghe che nessuna persona accetterebbe se non in una disperata situazione di crisi. E a questo proposito, è oggetto di preoccupazione da parte del sindacato che la cancellazione del reddito di cittadinanza possa essere terreno fertile per il proliferare di offerte di lavoro dagli stipendi irrisori come queste.

Infine, il riferimento al lavoro stagionale, che da sempre caratterizza il tessuto economico versiliese, appare quanto mai fuori luogo, specialmente a fronte di una promessa stabilizzazione del contratto di cui non viene però citata la retribuzione.

 

 

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