“No alle classi pollaio!” Su iniziativa della FLC-CGIL di Lucca insegnanti, genitori e studenti in piazza per una scuola migliore.

“No alle classi pollaio!” Su iniziativa della FLC-CGIL di Lucca insegnanti, genitori e studenti in piazza per una scuola migliore.

FLC CGIL, Cobas scuola e il Coordinamento 6 luglio, formato da genitori, studenti, docenti e RSU, e con l’adesione di Gilda degli insegnanti ed Anief promuovono per giovedì 22 giugno un presidio in P.zza San Michele a Lucca alle ore 17 per dire ancora una volta: basta classi pollaio!  

Nella Piana di Lucca sono emersi finora ben 30 casi critici di classi autorizzate per il prossimo anno: al Liceo Vallisneri una classe con 32 alunni; alle medie dell’IC Camigliano una classe con 25 alunni, di cui 1H, un’altra con 25 (2H), un’altra ancora con 27; all’IC Lammari una prima elementare con 26 alunni (2H), una quinta con 29 alunni; una prima media a Borgo a Mozzano con 28 alunni, una prima superiore all’ ISI Benedetti con 25 alunni (1H). Una situazione non dissimile si prospetta in Versilia: al Don Lazzeri di Pietrasanta è prevista una seconda con 35 alunni di cui 2 con disabilità e una prima dell’agrario con 29 studenti di cui ben 5 H, numeri che hanno già spinto alcuni genitori a ritirare i figli. A Massarosa l’accorpamento di 4 classi ciascuno nei due IC determinerà classi di 26- 29 alunni. Per questo il 5 giugno al suono della campanella i genitori hanno tenuto i bambini fuori dai cancelli. Al tempo stesso si autorizzano classi con 15 alunni per portare avanti il Liceo quadriennale, che ha l’unico merito di tagliare un anno di scuola.  

Le classi pollaio dipendono dall’organico provinciale: 10 posti di docenti tagliati per il prossimo anno, che si aggiungono ai 4 del 22-23 e ai ben 43 del 21-22, per un totale di 57 docenti in 3 anni; le classi autorizzate per il 23-24 sono 50 in meno rispetto alle richieste, di cui 26 alle superiori nonostante un incremento di 213 alunni. In genere, per motivare i tagli si invoca il calo demografico, che però potrebbe essere l’occasione per ridurre il numero degli alunni per classe. Invece, il calo demografico diventa strumento per tagliare gli organici: 11.300 posti in meno a livello nazionale a partire dal 2025/26, i cui risparmi saranno usati per finanziare la formazione e per premiare i docenti in carriera, in base all’ideologia del merito!  

In realtà le classi pollaio sono dovute all’applicazione della Riforma Gelmini del 2009, che puntava a tagliare 8 miliardi di euro per la scuola, per cui il numero massimo di alunni per classe è alto, fino a 30 per le superiori. Ma l’applicazione dei criteri deve essere compatibile con l’assegnazione di posti da parte del ministero e la relativa suddivisione tra regioni e province, che a loro volta sono determinati dalle risorse assegnate ogni anno con la legge di bilancio. Per cui, se non vi sono risorse stanziate, di fatto vengono violati in peggio gli stessi criteri previsti dalla Gelmini.  

Le responsabilità politiche delle classi pollaio sono di tutti i governi che si sono succeduti dal 2009 a oggi che non hanno modificato la Gelmini, ma ancor di più del governo Meloni, che continua ad applicare norme sorte nel periodo dell’austerità e dei tagli, mentre sono disponibili fino al 2026 circa 30 mld di euro del PNRR per la scuola. Solo per la lotta alla dispersione scolastica sono previsti 500 milioni di euro, di cui 27.811.307 euro per la Toscana e 3.369.313 euro per sole 23 scuole della provincia di Lucca! Un progetto che, peraltro, prevede pesanti condizionamenti didattici e uso dei quiz Invalsi a crocette per selezionare gli studenti fragili e monitorarne i progressi. Chiunque lavori a scuola sa che per combattere la dispersione occorrono classi non numerose. Invece, si continuano ad applicare norme che creano classi pollaio, e poi si stanziano soldi per combattere la dispersione, che è causata principalmente da queste!  

Si parla tanto di modifica del PNRR: perché non lo si fa riducendo il numero massimo di alunni per classe e assumendo i docenti precari con 3 anni di servizio e gli ATA con due? Quasi il 25% dei docenti e il 20% degli Ata sono precari, una delle percentuali più alte in Europa. La dispersione si combatte eliminando le classi pollaio e garantendo la continuità didattica! Invece, il governo Meloni con la legge di bilancio 2023 ha alzato da 600 a 900 anche il numero minimo per avere un’Istituzione scolastica autonoma, il che determinerà in 2 anni la scomparsa di 700 scuole, creando istituti monstre, la cui gestione sarà sempre più complessa, con molte sedi per istituto e, alle superiori, l’accorpamento di indirizzi completamente diversi tra di loro. Ma anche ulteriori tagli al personale Ata, che aumenta con il numero degli studenti, ma in modo meno che proporzionale. Infine, il governo porta avanti il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata che determinerà la frantumazione regionale del diritto all’istruzione e, in generale, di tutti i diritti sociali. Invitiamo docenti, personale Ata, genitori e tutti i cittadini che hanno a cuore la scuola pubblica a partecipare al presidio. 

 

Di seguito pubblichiamo l'articolo de Il Tirreno del 23 giugno che racconta della mobilitazione promossa dalla FLC-CGIL di Lucca contro le classi sovraffollate e per una scuola migliore: Classi pollaio

 

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