15 Mar La replica della FILCAMS CGIL di Lucca ad alcune dichiarazioni rilasciate durante la prima edizione della Borsa Mercato Lavoro.o
La Filcams Cgil Lucca si dice moderatamente soddisfatta per la riuscita della prima edizione della Borsa Mercato Lavoro svoltasi a Villa Bottini. Ma, più che per la mancanza di candidati (poco più di un centinaio per 173 posizioni lavorative offerte) la categoria esprime sorpresa per le cause indicate dagli imprenditori alla stampa per tale carenza.
Anche dopo il superamento della principale scusa per giustificare il calo della domanda di lavoro negli ambiti legati al turismo, ovvero il reddito di cittadinanza, sembra che comunque si eviti di guardare in faccia la realtà. Infatti, per quanto dopo l’esperienza pandemica si possa riscontrare uno slittamento delle priorità per il lavoro verso la qualità della vita, la mancanza di disposizione al sacrificio dei giovani continua ad essere additata come principale ragione della carenza di stagionali.
Chi opera nei settori legati al turismo conosce invece bene la situazione del comparto, dove spesso si riscontrano condizioni di lavoro prossime alla schiavitù, con orari, paghe e trattamenti pessimi. La realtà di queste posizioni lavorative è infatti spesso pregna di lavoro nero, lavoro grigio, con il mancato riconoscimento delle ore effettivamente lavorate e di quelle di riposo, e contratti precari (come collaborazioni occasionali, contratti a chiamata, o il ritorno al pagamento tramite voucher grazie alle modifiche apportate dal governo, che comporterà enormi difficoltà per i dipendenti). Ma anche del mancato riconoscimento della professionalità, che porta i lavoratori ad un inquadramento in livelli professionali inferiori a quelli che spetterebbero loro, con conseguenze sul salario. Nonostante ciò, la maggioranza delle offerte di lavoro si rivolge a giovani, ma già formati e con esperienza, che proprio a causa di tali requisiti, diventa difficile da sviluppare per i lavoratori ai primi impieghi. Non si parla inoltre dei contratti collettivi nazionali di lavoro nei comparti del settore, scaduti da diversi anni e fermi a livello di trattative per il rinnovo. Contratti che attualmente non tengono conto dell’aumento del costo della vita, e quindi offrono retribuzioni inique.
Non sorprende dunque che le persone si siano allontanate dal mondo del lavoro stagionale, in cerca di occupazioni più stabili e meglio retribuite in altri settori. Sono quindi necessarie onestà e responsabilità da parte di tutte le parti in causa, imprenditori e istituzioni compresi, per evidenziare le cause della scomparsa di aspiranti per questi lavori e poterle contrastare, restituendo appetibilità all’occupazione nel comparto stagionale. Visto anche che il turismo è un volano economico a livello nazionale, e che la carenza di lavoratori si può tradurre in carenza dei servizi, e di conseguenza in un calo dell’attrattività per i turisti. E questo deve partire dalla difesa del lavoro regolare, dalla formazione professionale per stabilizzare l’occupazione e dall’implementazione della contrattazione di secondo livello, che può migliorare condizioni lavorative altrimenti poco attraenti.